Il monastero di Mar Elian (San Giuliano) si trova in un'oasi a ridosso di un’area semi-desertica lungo la strada che porta a Palmira. A differenza di Mar Musa, questo monastero è situato vicino al centro abitato in prossimità della cittadina di al–Qaryatayn, un antico insediamento le cui origini risalgono al terzo millennio avanti Cristo.
In questo monastero viveva stabilmente padre Jacques Mourad in rappresentanza della comunità monastica al-Khalil, cui era stata affidata anche la cura della parrocchia locale.
Il monastero, edificato su di un sito archeologico e da sempre meta di pellegrinaggio, conservava i resti di Mar Elian (San Giuliano), venerato tanto dai cristiani quanto dai musulmani. Anche qui, come a Mar Musa, gli edifici erano stati via via restaurati ed ampliati per poter accogliere un maggior numero di visitatori. Circondato da ulivi e vigneti, l’attività agricola contribuiva al suo sostentamento.
Durante la guerra sono stati accolti qui numerosissimi profughi, con punte di oltre 500 persone. Padre Jacques, grazie all’aiuto di molti volontari, ha saputo affrontare con coraggio l’emergenza, riuscendo anche ad offrire momenti di gioco e di serenità agli ospiti.
A maggio 2015 i miliziani dell’Isis hanno fatto irruzione al monastero e rapito padre Jacques insieme al giovane postulante Boutros. L'Isis ha poi occupato la città di al–Qaryatayn facendo priginieri anche altri 250 cristiani.
La prigionia di padre Jacques è durata 5 mesi. Dopo un primo periodo nelle carceri dell'Isis, nel nord della Siria, è stato riportato ad al-Qaryatayn insieme agli altri cristiani, riuscendo infine a fuggire grazie all'aiuto di un giovane amico musulmano. Anche gli altri cristiani sono riusciti a fuggire e l'aiuto offerto dalla comunità musulmana locale è stato determinante per la loro liberazione.
A causa dei gravi danni procurati dagli uomini dell'Isis, che hanno anche profanato la tomba di Mar Elian, e dei successivi bombardamenti, oggi il monastero non è più agibile. L'intera zona rimane non sicura.