La lotta per la pace di un prigioniero dei jihadisti. Padre Jacques Mourad racconta la sua esperienza di prigionia e il suo messaggio sul tema del perdono.
L’8 Febbraio 2020 alle ore 16:30, presso il teatro parrocchiale Charles De Foucauld di Bracciano in via delle Palme 6b, la Caritas Diocesana di Civita Castellana e il costituentesi gruppo di Pax Christi per il Lazio Nord, organizzano un incontro-testimonianza con padre Jacques Mourad, monaco siriano della comunità di Mar Musa.
"Era il 21 maggio 2015, ero nel mio convento di Mar Elian, due giovani uomini mascherati e armati fanno irruzione. Prendono me e Boutros, un giovane postulante, ci fanno salire in macchina, ci legano..." Inizia così il calvario di padre Jacques Mourad, monaco siro-cattolico, rapito dai jihadisti in Siria e miracolosamente fuggito, dopo mesi di prigionia.
Quattro mesi e venti giorni di detenzione che rappresentano la straordinaria testimonianza di un religioso che non solo non ha mai perso la fede nei momenti più duri della sua prigionia, ma non l’ha nemmeno mai rinnegata in cambio della salvezza.
"Mentre ero prigioniero aspettavo il giorno della mia morte ma con una grandissima pace interiore. Non avevo alcun problema a morire per il nome di nostro Signore" racconta il monaco della Comunità di Mar Musa.
La straordinaria testimonianza di questo "operatore di pace" è stata organizzata anche come occasione per promuovere i progetti della "Quaresima di Carità" promossi dalla Caritas Diocesana, con i quali le parrocchie si propongono di sostenere dei progetti a favore dei cristiani di Siria, attraverso la mediazione dei monaci di Deir Mar Musa.